Nata nel 2016 su iniziativa dei Vescovi delle Diocesi di Verona, Vicenza e Belluno-Feltre, cui si sono aggiunte nel 2019 la Diocesi di Venezia e nel 2020 la Diocesi di Vittorio Veneto, la Fondazione Esodo si propone di assistere e promuovere le persone che si trovano ad affrontare problematiche di vario genere con la giustizia, fuori e dentro il carcere, vivendo in situazioni di marginalità sociale. Vi aderiscono anche 23 enti del terzo settore.

L’ispirazione ai valori cristiani è chiara fin dal nome, “Esodo”, il secondo libro del Pentateuco che racconta l’oppressione e la schiavitù del popolo ebraico per opera degli egiziani e il viaggio di liberazione attraverso il deserto e il Mar Rosso. 

La Fondazione progetta, promuove e coordina le attività svolte dai vari enti con cui è in rete, perseguendo i seguenti obiettivi specifici:

  • fornire ospitalità residenziale e/o diurna;
  • creare possibilità di inserimento lavorativo;
  • favorire l’inclusione sociale delle persone;
  • favorire la collaborazione tra le organizzazioni pubbliche e private;
  • stimolare un cambiamento interiore sul piano della consapevolezza di sé, dell’assunzione di responsabilità e della propria scala di valori;
  • proporre alla comunità di riferimento un’idea di giustizia capace di rieducare.

Progetto Esodo

Il Progetto Esodo è il nome dato al programma che si sta realizzando, attivato nel 2011 dopo una fase di confronto e progettazione comune tra diverse realtà:

  • le Diocesi di Verona, Vicenza e Belluno-Feltre, a cui è stato affidato il compito di coordinare gli interventi;
  • la Fondazione Cariverona, che ha il ruolo di sostenerli economicamente;
  • il Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Verona;
  • l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna;
  • il Provveditorato Regionale per l’Amministrazione Penitenziaria del triveneto.

Cosa Facciamo

Chi esce dal carcere vive su di sé lo stigma di essere stato condannato e recluso, consapevole che questo sarà un ostacolo per riprendere un percorso di vita regolare. Favorire il reinserimento sociale della persona detenuta o ex detenuta nella fase dell’uscita dal carcere significa prima di tutto far sì che la stessa non si senta sola e priva di risorse. Le attività e le iniziative di Esodo che cercano di concretizzare gli obiettivi citati, sono state declinate in quattro ambiti specifici: 

Area di
formazione

Volta a fornire alle persone detenute competenze teoriche e pratiche qualificanti e spendibili sul mercato.

Area di
inclusione sociale

Si occupa sia dell’ospitalità residenziale esterna al carcere per la misura alternativa o a fine pena, sia del sostegno psicologico ed educativo, individuale, di gruppo e famigliare.

Area
lavoro

Finalizzata al rientro nel mercato del lavoro. Oltre ai tipici interventi di orientamento, ricerca posizioni e avvio tirocini formativi, un ruolo fondamentale è svolto dal tutoraggio compiuto dagli operatori che curano i rapporti tra azienda e lavoratori. In carcere, sostiene l’avvio di nuove imprese per creare posti di lavoro.

Area sensibilizzazione

Azioni di promozione sul territorio per veicolare un’idea di accompagnamento della persona detenuta che possa essere rieducativo e non solo punitivo.

Destinatari

Adulti in un percorso giudiziario nella condizione di detenuti, ex detenuti o in esecuzione penale esterna che dispongono di poche risorse materiali proprie e famigliari. Spesso a questi problemi si aggiungono difficoltà comportamentali e incapacità di progettare in maniera appropriata i propri obiettivi.

Occasionalmente sono accompagnate persone imputate, quindi con un procedimento penale non definitivo o che hanno scelto la via della messa alla prova.

Tendenzialmente non sono incluse nel nostro progetto persone con conclamate patologie psichiatriche e con problemi di dipendenza da alcol o sostanze, di cui già altri servizi preparati si fanno carico.

Rete

la collaborazione fra le diverse realtà del terzo settore è fondamentale per costruire quel reticolo attorno alle persone in difficoltà che le faccia sentire sostenute e incoraggiate da più parti della società.

Accompagnamento

l’uscita dal carcere è uno di quei momenti in cui c’è più bisogno di avere qualcuno a cui appoggiarsi. L’impatto con lo stigma sociale può essere molto forte, ma anche l’impatto con la nuova libertà può portare a ulteriori errori. Avere qualcuno pronto a prendersi cura di chi esce dal carcere è essenziale in un cammino di reclusione.

Persone

l’accompagnamento educativo diventa efficace nella misura in cui riesce a comprendere cosa chiede l’altro, e ciò avviene nella disponibilità a condividere attese, desideri, angosce ed entusiasmi di ogni persona in difficoltà, che deve essere aiutata in maniera particolare per la sua piena realizzazione.

Nel periodo 2011-2022 possiamo
evidenziare i seguenti dati

Persone in carico

di cui
-1
uomini
0
donne
0

Nazionalità

italiani
0
stranieri
0

Inclusione abitativa

persone
0
giornate di accoglienza
0

Percorsi formativi e lavorativi

persone in formazione
0
percorsi di inserimento lavorativo
0
contratti di lavoro
0

Recidiva

In collaborazione con l’Ufficio di Sorveglianza di Verona e Vicenza, è stata effettuata una verifica sulla recidiva su un campione di 109 persone seguite da Esodo nel 2012 a Verona e Vicenza. Fino a dicembre 2017, 15 persone di quel campione hanno commesso un nuovo reato, con un tasso di recidiva del 13,7%. Dato che possiamo comparare all’unico studio a noi noto che ha effettuato un’analisi approfondita sulla recidiva in Italia, quello di Fabrizio Leonardi (Direttore dell’Osservatorio delle Misure Alternative del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria), pubblicato nel 2007. Leonardi, osservando chi ha terminato di scontare una pena in misura alternativa nel 1998, ha rilevato che fino al 2005 il 19% aveva compiuto un nuovo reato.